UN BOMBER DA 20 RETI PER DIVENTARE L'ANTI-JUVE... "SUPERMARIO" IN POLE POSITION
Andrea Della Valle sarà il presidente del terzo scudetto. Lo scrivemmo in tempi non sospetti, all'alba di una stagione imprevedibile... per certi versi straordinaria. Ci vorranno due-tre anni, dicemmo con cauto ottimismo, ma la strada era tracciata. Certo qualcosa manca, è mancato per tutta la stagione: un attaccante da 20 gol, un bomber che sappia risolvere le partite cristallizzate, quando l'avversario si mette in 10 dietro la linea della palla. Quello che non ha saputo (o voluto) fare Jovetic. Un bomber da 20 gol, insomma, che trasformi la Fiorentina nell'anti-Juve, nell'unica squadra che sappia frapporsi tra i bianconeri ed il 30° scudetto. Una viola tra la Juve e la terza stella. Certo il discorso potrebbe apparire riduttivo, in un momento nel quale la Fiorentina perde Jovetic, Pizarro che rischia di perdere Ljajic. E poi la Juventus che sembra ancora di un altro pianeta (lo ha ammesso candidamente anche Aquilani), destinata a dominare anche i prossimi campionati. Però, se ci pensate bene, già quest'anno Fiorentina e Juventus sono apparse di una spanna superiori: i viola a livello di gioco, di manovra, i bianconeri per vigoria fisica, esperienza, carattere. Che poi la Fiorentina sia arrivata quarta beh... il perchè va chiesto a Mazzoleni, Tagliavento e Bergonzi, ma la sensazione è che con un bomber da 20 gol (scegliete voi tra Yilmaz, Negredo e Gomez, con "SuperMario" in pole-position. E poi c'è sempre Osvaldo...) le distanze si accorcino sensibilmente. Fino ad annullarsi, con un po' di buona sorte e con la “benedizione” del palazzo.
E LE ALTRE CHE FANNO? Qualcuno può obiettare, ed il Milan? Il Napoli? La Roma, l'Inter, la Lazio, secondo voi stanno a guardare? Va bene la Fiorentina che migliora, che si rinforza, ma le altre non staranno certo immobili. Beh, ci permettiamo di dissentire. Quantomeno le premesse per talune di loro sono tutt'altro che incoraggianti, società oberate dai debiti, da rivoluzioni tecniche e dirigenziali, zavorrate dal fair-play finanziario. Partiamo dal Milan: sappiamo bene della guerra interna tra Galliani e Berlusconi, e sappiamo che i rossoneri vivono una sorta di autofinanziamento. Il Milan deve produrre utili per andare avanti, solo così si spiega il forzato ingresso in Champions League con i 25 milioni di proventi televisivi proventi che serviranno a pagare il cartellino di Balotelli. Poi c'è la variabile Barbara Berlusconi, membro del C.D.A rossonero e sempre più influente nelle scelte societarie. E "Lady B" ha sempre meno voglia di sperperare (diciamo investire...) nelle cose milaniste. Infine il nodo Allegri. Berlusconi vuole Seedorf, la squadra e Galliani vogliono Allegri, che non è più sicuro di andare alla Roma ed ha un altro anno di contratto. Possibile che resti, ma con quale stato d'animo? Il Napoli adesso. De Laurentiis è una garanzia economica e passionale, e non è poco. Però... se ne è andato Mazzarri, è arrivato Benitez: il tecnico spagnolo è un'incognita, ha già fallito all'Inter e si troverà a fronteggiare la prevedibile partenza di Cavani... Avanti con l'Inter. Moratti si dibatte fra tre fuochi: il suo immenso amore per l'Inter, la famiglia che lo spinge al ridimensionamento (in pratica gli ha tagliato i fondi), gli indonesiani che vorrebbero comprare tutto il pacchetto. In più una squadra da rifondare ed un allenatore come Mazzarri (seppur bravissimo ed esperto del campionato italiano) da testare nell'ambiente nerazzurro. E si sa, il pubblico della Scala (del calcio) non perdona: bastano due partite perse e piovono fischi... Continuiamo con la Roma. I giallorossi attraversano un caos totale: lo sceicco è sparito, gli americani sembrano un bluff, ed Unicredit non si sa fino a quando allargherà i cordoni della borsa. La squadra poi è senza guida tecnica (lo abbiamo detto: Allegri non si fida più e ci sta ripensando, Andreazzoli non piace a nessuno), con un Totti 37enne, senza Osvaldo e con De Rossi in confusione mentale. Per di più fuori dall'Europa e la coppia Baldini-Sabatini. Infine la Lazio, fresca vincitrice della coppa Italia, forse la più serena e per questo pericolosa. Il suo spessore tecnico e societario, però, è un gradino sotto e non sembra poter impensierire la realtà viola. Ecco perchè l'anno prossimo la Fiorentina potrebbe essere l'anti-Juve: in gran parte per meriti propri, un po' per demeriti altrui. Ripartiamo dal titolo: ci vuole un bomber da 20 gol, un portiere valido (può essere anche Viviano, ma deve migliorare, oh quanto...) e crederci fino in fondo. Ma su questo Montella ha dimostrato di saperci fare...