Parma, Mandela Keita crede nella salvezza: "Dobbiamo restare tutti uniti"

Il centrocampista del Parma Mandela Keita si è raccontato ai microfoni ufficiali della Serie A, iniziando dal motivo del nome: "Mia mamma mi ha sempre insegnato a non mollare mai, proprio come faceva Nelson Mandela: per questo mi chiamo così. Cerco di essere umile e lavorare sodo. A cinque anni mi obbligarono a giocare a calcio perché ero molto agitato. Mi hanno mandato al campo e devo dire che è andata bene. L'idolo? Ronaldinho. Lo guardavi e pensavi: wow, questo è il calcio. E' anche guardando lui che ho sempre messo il divertimento al primo posto, gioco sempre con il sorriso. Adesso nel mio ruolo ci sono tanti giocatori forti: Rodri, Kante... che ne sono tanti che ammiro e da cui provo a imparare qualcosa".
Il rosso all'esordio?
"Avevo voglia di dimostrare fin da subito. La prima settimana di allenamento era andata bene e mi sono detto che potevo rifarlo in partita. Essere espulsi alla prima partita non è stato facile, sono giovane e ci sono tante cose che devo ancora imparare. Il club però mi ha aiutato tantissimo: tutti mi sono stati vicini e da lì è andata sempre meglio. Mi sto adattando all'intensità che c'è in Italia, molto diversa rispetto a quella a cui ero abituato in Belgio".
Sulla salvezza.
"La cosa più importante è stare uniti e restare concentrati assieme a coloro che ci sostengono. Non è una situazione facile ma se continuiamo a lavorare duro possiamo e dobbiamo rimanere in Serie A".
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