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Atene per ritrovarsi. Zaniolo tra il fantasma di quello che fu e la cura-Palladino

Atene per ritrovarsi. Zaniolo tra il fantasma di quello che fu e la cura-PalladinoFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 10:02Copertina
di Alessandro Di Nardo

Bastano 250 minuti per capire di che pasta si è fatti? Si augurano di no i tifosi della Fiorentina e il mondo viola tutto. Duecentocinquanta sono infatti i minuti di Nicolò Zaniolo con la sua nuova maglia. Quattro spezzoni di partita, uno da subentrato e tre da titolare, è bastato così poco a far svanire l'effetto wow, a disperdere il frastuono del botto di fine mercato invernale. Perché il raffronto tra aspettative e realtà è stato duro da digerire. E perché il problema di fondo è che nella testa di tutti, da qualche parte, c'è ancora l'immagine dello Zaniolo ventenne, strabordante fisicamente, dominatore in Serie A e in Europa con un calcio fisico e "arrogante" (nel senso buono della parola). Poi sappiamo cosa è successo, due rotture del crociato e il calvario che ne è conseguito, un'altra rottura, con la Roma, con conseguente fuga da quello che sembrava il suo posto nel mondo. Adesso c'è la Fiorentina, l'ennesima (ultima?) chiamata per il classe '99. E c'è soprattutto il Panathinaikos. E Atene, città in cui riecheggia la nostalgia delle bellezze passate, in cui il confronto tra ciò che è stato e ciò che è risulta a tratti impietoso, può essere in questo senso la "sua" città. Lo deve essere.

Altra chance.
Perché la fiducia di Palladino è tanta, quasi intatta, ma l'ambiente inizia a chiedere qualcosa di più dal suo numero diciassette. Che ha steccato in maniera fragorosa le due prove da vice-Kean ma, in quel ruolo, da centravanti, dovrebbe avere la terza occasione. Proprio ad Atene, nell'andata degli ottavi di Conference: Kean sta recuperando ma non è ancora al meglio e ieri non si è allenato in gruppo, la rosa viola - lo sappiamo bene - non prevede un'altra prima punta e allora ecco ancora Zaniolo versione centravanti. Se non ci fossero altre scelte qualcuno potrebbe anche tirar fuori la massima del "perseverare diabolico", visto quanto fatto dall'ex Roma contro il Lecce. Venerdì sera, in posizione da prima punta, Zaniolo è sembrato un orso polare sui viali - fuori luogo, fuori habitat -, in difficoltà sia spalle alla porta sia nel duettare con i compagni.

In difficoltà.
A preoccupare di più è però quanto fatto vedere le rare volte in cui è tornato nella sua comfort-zone, largo a destra. Lì, da esterno, ha mostrato tutti i suoi limiti attuali a livello atletico. E il paragone con il destriero che solcava i campi "solo" cinque anni fa, prima dei due gravi infortuni, rimane impresso nella retina di tutti, soprattutto quando  l'attuale Zaniolo prova a rieseguire movimenti che non ha più nel repertorio fisico. Che non fosse mai stato - per illuminazioni di scelte palla al piede - un piccolo Kevin De Bruyne, è ormai assodato. Ma in questo momento manca anche tutto il resto. Il vecchio Zaniolo non esiste più, quantomeno ora.

La sfida.
Palladino è già riuscito in un'impresa forse superiore, riabilitare Moise Kean e farlo diventare uno dei migliori attaccanti in Italia. Il tecnico viola punta a fare lo stesso con un vecchio amico dell'ex Juventus. La medicina è la stessa: con Zaniolo Palladino parla spesso, anche in partita. Lo ascolta, si confronta con lui, cerca di assecondarlo, lo stimola. Fiducia e amore, il rimedio della casa per il tecnico ex Monza. Fiducia, amore e spazio (in campo). Col Napoli sarà squalificato a causa del giallo rimediato col Lecce. Così, ad Atene, dove è ancora da capire se e in che condizioni sarà a disposizione Kean, Palladino sembra intenzionato a ri-schierare Zaniolo, che nella culla della civilità classica cercherà di ritrovarsi e di rievocare ciò che è stato.