IL PAGELLONE DEL GIRONE D'ANDATA
LA DIRIGENZA - FERRARI - Raccolta la (pesante) eredità di Joe Barone il dg si è calato nel ruolo senza tirarsi indietro di fronte alle responsabilità. Sul piano delle relazioni gli avvicinamenti con il Comune per la questione stadio testimoniano passi significativi verso un percorso più condiviso rispetto al passato mentre una certa apertura con stampa e opinione pubblica ha consentito al club di abbandonare l’immagine di chiusura figlia del fortino impenetrabile del Viola Park, 6,5
PRADÈ/GORETTI - Il voto risente dell’ultimo mese di campionato in cui i maggiori investimenti (quelli per Gudmundsson e Pongracic) si sono lentamente ma inesorabilmente eclissati, oltre che di un potenziale esborso su Colpani che oggi solleva più di un dubbio, ma i 32 punti e il sesto posto alla fine del girone d’andata (con una partita ancora da giocare contro l’Inter) raccontano di una marcia più che positiva. La stessa che oggi, al netto di un mercato invernale in cui divincolarsi ma nel quale l'avvio è incoraggiante tra l'arrivo di Valentini e quello imminente di Folorunsho, lascia intatte le speranze di migliorare piazzamento e traguardi dell’anno scorso. Anche perchè molte altre intuizioni (su tutte quelle per Kean e De Gea cui aggiungere gli arrivi sul fil di lana di Bove, Cataldi e Gosens) si sono rivelate azzeccatissime, 6,5
L’ALLENATORE
PALLADINO - Come nel caso della dirigenza il tecnico viola, arrivato dopo un triennio divisivo come quello di Italiano, paga soprattutto l’ultimo poker di risultati e il passaggio a vuoto in occasione della sfida con il Napoli. Il repentino cambio di modulo in occasione della visita della capolista (che fa il paio con l’avvio contraddistinto dai tre pareggi consecutivi tra Parma, Venezia e Monza) è parso un azzardo pagato a carissimo prezzo, mentre le otto vittorie consecutive in pieno autunno e la qualificazione agli ottavi di Conference League sono lì a testimoniare il buon lavoro dell’allenatore campano, peraltro capace d’inventarsi Bove alto a sinistra con compiti di sostegno al centrocampo e di puntare sul talento di Comuzzo. Di contro anche nel suo caso sui misteri Pongracic e Gudmundsson resiste qualche responsabilità. Resta il rammarico per un cammino in Coppa Italia interrotto al primo esame, con l’Empoli, ma i margini per togliersi soddisfazioni da qui a fine stagione, magari anche in Europa, ci sono tutti, e per un tecnico giovane era tutt’altro che scontato, 6,5
LA SQUADRA
I PORTIERI - Valutazione che s’impenna considerate le prodezze di De Gea, praticamente da 8, spesso determinante nel portare a casa risultati entusiasmanti. In campionato lo spagnolo è stato probabilmente il miglior numero 1 della serie A regalando sicurezza a tutta la difesa, senza contare il ruolo di chioccia nei confronti di Martinelli (esordiente in Conference) che certamente tornerà utile. Se Terracciano (6-) ha accusato qualche difficoltà, almeno rispetto alle passate stagioni, il gruppo di portieri viola resta tra i più affidabili e non a caso già in ottica della prossima stagione la speranza è che possa essere confermato. Voto complessivo 7,5
LA DIFESA - Nessuno si sarebbe aspettato che il duo Ranieri-Comuzzo (7) potesse diventare il migliore del campionato a pari di Napoli e Juve, e la flessione degli ultimi tempi pare fisiologica. Al netto di un’altalena tra l’assetto a tre e a quattro che non pare far benissimo alla fase difensiva resta l’interrogativo Pongracic (s.v.) da sciogliere e un Moreno dalla valutazione non semplice (5,5) come dimostra la prova con il Napoli: incoraggiante nei primi 50 minuti, deleteria nel rigore regalato su Anguissa. Contando le incertezze sul reparto nel suo complesso al termine del mercato estivo, e l’uscita certa di Biraghi (in grossa difficoltà da terzo di difesa, 5) oltre che quelle potenziali di Parisi (6) e Kayode (5,5), la sufficienza è più che meritata, anche perché i terzini Dodò (7) e Gosens (6,5 con due gol) hanno comunque garantito affidabilità (soprattutto il brasiliano) lungo tutto il girone d’andata. Voto complessivo 6
IL CENTROCAMPO - Spesso costretta a pagare dazio di fronte a reparti più numerosi, leggere alla voce centrocampo a 3 invocato da più parti, la mediana viola ha trovato in Adli (6,5) e Cataldi (6,5), e finché c’è stato Bove (7), la quadratura del cerchio. Il francese a inventare, l’ex laziale a fare di tutto un po’ e l’ex romanista a rappresentare il valore aggiunto. Peraltro in assenza di gol dalle corsie esterne tutti e tre hanno dato il loro apporto. Se Mandragora (6) tutto sommato ha garantito la consueta quantità in mezzo al campo è Richardson (5,5) l’elemento ancora in ritardo, ma per il marocchino c’è tutto il tempo per recuperare terreno. Voto complessivo 6,5
L’ATTACCO - La rinascita di Kean (7,5) è il fiore all’occhiello dell’intero reparto, e d’altronde gli undici gol in campionato (quindici in tutto contando le coppe) sono lì a raccontare di un problema diventato cronico, quello del gol, finalmente risolto. E’ tuttavia in quasi tutti gli altri interpreti che era lecito attendersi di più, sia in termini di prestazioni che realizzativi. Da Colpani (5) a Kouamè (5) passando per Beltran (5,5 visto qualche assist in più), Ikonè (5) e un Gudmundsson (5,5) diventato un caso, l’unico interprete in grado di inserirsi nella scia di Kean è quel Sottil (6,5) che pare aver trovato finalmente continuità, ma se nel mercato invernale l’auspicio generale è quello di aggiungere nuove bocche da fuoco in zona gol significa che ai blocchi di partenza le aspettative erano come minimo superiori. Voto complessivo 6