FUORI DAI LUOGHI COMUNI

31.05.2010 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
FUORI DAI LUOGHI COMUNI

Ho sempre odiato, odio e sempre odierò i luoghi comuni, tanto da venir considerato spesso un “bastian contrario”, se non addirittura un revisionista, o, peggio ancora, un revanscista. Ho imparato, con gli anni, a incassare e tenere chiusa la bocca, ma quando ci vuol ci vuole. Ed il riferimento, in questo caso, è, senza mezzi termini, alle varie notizie di carattere non sportivo che stanno accompagnando l’imminente arrivo a Firenze di Sinisa Mihajlovic. Proprio per questo mio modo di pensare e di essere, farei violenza a me’ stesso se rivolgessi a certi colleghi il semplice invito a non mischiare calcio e politica; ed invece mi limiterò a dire: “se proprio volete parlare di politica fatelo almeno con cognizione di causa”.
Dire che la storia la fanno i vincitori non mi pare un luogo comune, dicendo che è facile attaccarsi al carro di questi ultimi mi pare di esprimere semplicemente un atteggiamento da tempo consolidato nella mentalità del nostro Paese e nella cultura occidentale in genere. Avete parlato di Arkan, del nazionalismo serbo, ma sapevate di cosa stavate parlando? Sapevate che stavate mettendo il dito in una piaga ancora aperta? Secondo voi perché ci sono ancora contingenti di vari Paesi in Bosnia e in Kosovo?
Ho avuto la fortuna, se così si può dire, di andare in Slavonia, dove è nato proprio Sinisa Mihajlovic, e appunto in Bosnia e in Kosovo. Prima, durante e dopo la guerra, ammesso che essa sia finita. E ho capito tante cose. Più che capire ho avuto delle conferme.

E cioè che nelle guerre non esistono buoni e cattivi. Non pretendo che voi, che vi siete riempiti la bocca di parole come “terrorista” e “criminale di guerra”, facciate la stessa mia esperienza. Basta che andiate in vacanza in Dalmazia. Vedrete che vi verranno offerte villette a bassissimo costo. E mi domando: vi verrà almeno il dubbio di capire a chi appartenevano quindici anni fa queste case-vacanza e perché oggi costIno così poco?
Cosa penserete di me? Che sono un nazionalista serbo? Non fatemi ridere. Che sono di destra? Ma cosa significano al giorno d’oggi "destra" e "sinistra", visto che anche il compianto Norberto Bobbio ha fatto fatica a spiegarlo nel suo saggio del 1994? Sono semplicemente sconvolto da tanta superficialità. I problemi di convivenza tra le popolazioni balcaniche risalgono a molti secoli fa, e, ripeto, non sono ancora risolti. Volete riportarli nella Fiorentina, dove giocano Stevan Jovetic, nazionale del Montenegro, Paese che dalla Serbia si è staccato in tempi recenti, e Adem Ljajic, Serbo ma di religione musulmana? Oppure dietro a tutto ciò c’è un disegno ben preciso, che, per fortuna, ci riporta in un mondo tutto sommato dorato rispetto a quello di cui ho parlato finora, cioè quello del calcio in senso stretto? Ovvero che il propagarsi di certe voci altro non sia che il colpo di coda di chi ha voluto difendere fino all’ultimo un grandissimo allenatore ma che a Firenze aveva ormai fatto il suo tempo? Se così fosse mi è facile rispondere rubando un termine assai noto ai nostri cugini d’Oltralpe, maestri, tra l'altro, nella Scienza Politica: “Il Re è morto, viva il Re”.