MOU-HAJLOVIC E LA VOGLIA DI CALCIO

07.06.2010 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
MOU-HAJLOVIC E LA VOGLIA DI CALCIO

Sarà perché rivedere dopo quasi trent’anni il capitano della Fiorentina guidare il centrocampo della nazionale azzurra potrebbe riavvicinare il popolo viola alla rappresentativa calcistica del proprio Paese a pochi giorni dall’inizio della kermesse sudafricana.
Sarà perché si parla sempre più di mercato, in termini anche piuttosto concreti, dopo l’austerity prospettata dalla dirigenza viola nel finale del campionato che è da poco terminato.
Sarà perché si è finalmente conclusa la lunga querelle legata al futuro di Cesare Prandelli.
Sarà che…sarà quel che sarà, ma a Firenze pare essere tornata finalmente la voglia di calcio, quello vero, quello giocato. La voglia di vedere volti nuovi e vecchi faticare sulle Alpi per poi scendere in campo col dente avvelenato già dalle prime gare di Coppa Italia, come avvenne nell’estate del 2005.
E gran merito di questo va anche all’impatto che ha avuto Sinisa Mihajlovic nel suo primo incontro con la piazza fiorentina. Un Mihajlovic che per certi versi ci ha ricordato il Mourinho dei suoi primi giorni in Italia.

Per carità, parliamo di due allenatori completamente diversi, non tanto dal punto di vista tecnico quanto per il bagaglio che si portano dietro sia per quanto concerne le loro rispettive carriere nel mondo del calcio sia per le diverse esperienze di vita maturate. Ma quel "Pensate di essere i migliori di tutti, lo stesso vale per me, andremo d'accordo" del Serbo ci ricorda un po’ il “Non sono un pirla” del Portoghese.
Mihajlovic stia attento però: i Fiorentini non sono solo, in gran parte a ragione, presuntuosi, ma anche polemici e diffidenti.
Io, che Fiorentino lo sono da oltre 20 generazioni, ma che vivo ormai da alcuni anni a Reggello, feudo viola in territorio bianconero, ma anche paese di grandi esperti di calcio, non fosse altro per l'aver dato i natali a Franco Baldini e Renzo Castagnini, mi sono divertito stamani a sentire i pareri di alcuni tifosi. E un po’ di diffidenza devo dire che l’ho notata, anche se, dopo tanti mesi, ho rivisto finalmente la speranza nei loro occhi e il sorriso sulle loro labbra. E soprattutto la voglia di parlare di assist, gol e interventi in scivolata. Di calcio.