IL REGISTA CHE MANCAVA
Di Marco Conterio, per Firenzeviola.it
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Un tempo c'era la 'tariffa Melo'. La scorsa estate, quando 25 milioni sembrava lo standard per il centrocampista di qualità, quando per tale cifra il brasiliano andò alla Juventus. Che disse no all'Udinese per D'Agostino, valutato altrettanti fioccanti soldoni. Regista top, di quelli che conti sulle dita di una mano in Italia. Forse anche in Europa. Dettare ritmi, calcolare i tempi del gioco, piazzare i compagni e spiazzare gli avversari. Doti rare e per questo ben valutate. 9, invece, i milioni che ora sborsa la Fiorentina. Cifra giusta, congrua, per età e valore. Affare? Si. Perché è il regista che ci mancava.
Perché nel 4-3-3 serve il faro in mezzo al campo. Lo richiede il calcio, il bel calcio. L'uomo in mezzo, fulcro e perno della manovra. Un tempo c'era Liverani in viola, poi tutti gli esperimenti sono stati mezzi fallimenti. Felipe Melo è uno spadaccino, Montolivo si è trasformato in portatore d'acqua in equilibrio su piedi fatati, Bolatti è l'operaio delle mediane. Ma non ha i tempi di D'Agostino, non ha i suoi lanci lunghi. Nè le sue punizioni, che uno come Mihajlovic esigerà visti corsi e ricorsi del suo passato da cecchino.
Tornerà anche il bel gioco, si spera, perché se si chiama zona nevralgica ci sarà pure un perché. Un perché fatto d'intelletto del calcio, più che di puro istinto, di geometrie più che di ragionierie del passaggio semplice fatto in sequenza o del contrasto tosto e del lancio alla viva il parroco che ne consegue. Mancava come il pane, uno come D'Agostino. Però stop con le illusioni e con i voli pindarici. Corvino aveva chiesto un 'anticipo' alla società, gli è stato concesso. Ha strappato il campano, di piedi e di fatto tale è l'estro, all'Udinese, ma dovrà far cassa per ripareggiare i conti. Un passettone, però, primo tra tanti, è stato fatto. Bello, che lascia spazio ai sogni anche. Necessario, soprattutto. Finalmente il regista che mancava.