CORVINO E LE COMPROPRIETÀ
Come andiamo ripetendo da mesi, Pantaleo Corvino, nel corso della sua ormai lunga esperienza di responsabile dell'area tecnica della Fiorentina, ha fatto cose buone ed altre meno buone. Tra queste ultime c'è senz'altro la gestione dei giocatori in compartecipazione con altri club. Il nostro Andrea Giannattasio ha già spiegato ampiamente come, nel complesso, l'acquisto e la cessione -anche se il termine giusto sarebbe "perdita"- di Gaetano D'Agostino non siano risultate certo un buon affare per il club gigliato. Con questo non vogliamo gettare la croce addosso al dirigente salentino per questa operazione. Abbiamo infatti detto che, visto che si è deciso di continuare con Mihajlovic -che di D'Agostino, almeno così ci pare di aver capito, non è certo un estimatore-, è giusto accontentare il tecnico serbo. Però c'è modo e modo...L'annuncio dell'acquisto del centrocampista siciliano fu dato il 7 giugno 2010, quindi soltanto tre giorni dopo l'ufficializzazione della scelta del 42enne di Vukovar come nuovo allenatore. Ci sta, quindi, che Mihajlovic non abbia potuto esprimere un parere sull'acquisto del giocatore, ammesso che allo stesso Mihajlovic sia mai stato concesso questo onore. Ma nel corso della stagione da poco conclusasi è emerso chiaramente che il tecnico serbo per D'Agostino non stravedeva. Possibile che in tutti questi mesi non sia stato possibile evitare di arrivare alle buste? Corvino ha ampi margini di manovra all'interno del club gigliato, ma, allo stesso tempo, resta un dipendente che segue delle direttive ben precise. E questa può essere un attenuante. Ma fino ad un certo punto. Arrivato a Firenze, Corvino, come ha più volte ricordato, si è trovato a dover sfoltire una rosa eccessivamente ampia. Ha fatto complessivamente bene il suo lavoro, visti i risultati ottenuti nelle sue prime quattro stagioni. Ma anche qui ci sono degli episodi da ricordare; e dei miti da sfatare. Firenze si affezionò subito a questo ds venuto dal sud anche per il suo modo di porsi nei confronti dell'odiata Juventus.
Ed il riferimento va alla risoluzione delle compartecipazioni di Enzo Maresca e Fabrizio Miccoli. Ma, col senno di poi, fu così azzeccata la decisione di rinunciare, per pochi spicci, a questi giocatori? Maresca era -ed in parte ancora è- un centrocampista completo come se ne trovano di pochi a giro. Che sarebbe risultato utile sia a Prandelli che a Mihajlovic. Fabrizio Miccoli è un giocatore dalla classe cristallina. E' vero, poco dopo sarebbe arrivato Luca Toni e c'erano già Pazzini e Bojinov. Ma ve lo immaginate un Miccoli alle spalle di Toni o di Gilardino nel 4-2-3-1 di Prandelli? O come seconda punta nel fantomatico 4-4-2 di Corvino? Allora, come oggi, c'era però da chiudere un ciclo ed aprirne un altro. E questo a volte comporta scelte dolorose. Ma se allora lo stesso Corvino si trovava a dover rimediare ad alcuni errori (ammesso che prendere i suddetti giocatori o un certo Jorgensen -che, per fortuna, sempre alle buste, la Fiorentina non perse- possa essere considerato un errore) commessi da altri, oggi, agli errori di chi si trova a dover rimediare se non ai suoi? Perché, tanto per restare in tema di comproprietà, è vero che era Prandelli a "non vedere" un certo Christian Maggio, ma non è stato certo l'attuale CT azzurro a cedere a un prezzo stracciato la seconda metà del cartellino dell'esterno veneto alla Samp., che poi l'ha venduto a peso d'oro al Napoli. Sbagliare è umano. Perserverare, in questo caso, non solo è diabolico ma pure inammissibile.