PRIMI BILANCI
Lo avevamo detto: così come la gara di Napoli avrebbe fornito dei primi spunti di riflessione, quella con la Lazio ci avrebbe dato modo di fare un primo bilancio sulla Fiorentina edizione 2011/2012. Una valutazione, ovviamente, improntata sulle scelte di mercato che hanno portato alla costruzione di questa squadra.
Il campionato è ancora lungo, è vero, la classifica attuale sarà probabilmente molto diversa non solo da quella finale ma anche da quella con cui si chiuderà il girone di andata. Però, con la pausa per gli ultimi incontri di qualificazione a Euro 2012, si conclude un primo mini-ciclo, durante il quale, tra l'altro, la Fiorentina ha incontrato squadre di ogni livello e caratura.
I giocatori viola non erano dei campioni dopo il pareggio del "San Paolo" e non sono dei brocchi stasera. Però hanno dimostrato di non riuscire a trovare continuità non solo nei risultati ma nemmeno nel gioco. Mihajlovic non può essere considerato certo l'unico responsabile di tutto ciò, ma la scelta di volerlo confermare nonostante un campionato, quello scorso, non certo esaltante, e a dispetto dello scarso gradimento da parte della piazza, ci pare quanto meno discutibile.
Nell'ultima sessione di mercato c'era la possibilità di tesserare due extra-comunitari e la scelta è caduta su Matja Nastasic e Santiago Silva. Del primo si dice un gran bene, così come lo si diceva di Neto - che, per carità, se è stato convocato in Nazionale proprio un brocco non deve essere, anche se in Brasile... -, ma una squadra come la Fiorentina può permettersi di "bruciare una casella" per una cosiddetta "promessa"? E ne valeva la pena, sapendo di aver già in rosa un Camporese retrocesso stranamente in "Primavera"? Riguardo all'attaccante uruguayano, al di là di folcloristici cerimoniali, si sapeva che non fosse una prima scelta, ma un vice-Gilardino. Il bomber biellese forse è venuto a mancare prima che l'ex Vélez avesse il tempo di ambientarsi, ma, allo stato attuale delle cose, Santiago Silva non può proporsi nemmeno lontanamente cone alternativa al "Gila".
Parlavamo di continuità. Una cosa che non si può chiedere a Juan Manuel Vargas. Soprattutto finché non si darà una regolata. Sandro Mencucci fa bene a riprenderlo, ma certe reprimende servono a poco. La società lo metta in riga o lo venda, finché potra guadagnarci qualcosa.
Chi non ha bisogno di essere messo in riga è Riccardo Montolivo. Non entriamo del merito dell'annosa querelle tra il giocatore e la società, ma il centrocampista azzurro ha dimostrato davvero di essere un vero professionista. E al giorno d'oggi persone così sono merce rara. Non aggiungiamo altro.
Concludiamo con un auspicio: lo stesso Mencucci ha dichiarato di voler evitare che con Stevan Jovetic si crei un altro tormentone. Speriamo che in queste ore, nelle stanze di Viale Fanti, questa manifestazione di intenti si traduca in fatti.