MEGLIO TARDI CHE MAI

23.08.2011 23:59 di  Marco Gori   vedi letture
MEGLIO TARDI CHE MAI
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Finché non lo vedremo nella sala stampa del "Franchi", accanto a Pantaleo Corvino -o chi per lui- e con in mano la sua nuova casacca di colore viola, non saremo del tutto tranquilli. Ma ogni tanto è anche giusto essere ottimisti, e quindi vogliamo parlare di Mattia Cassani come un nuovo giocatore della Fiorentina. Come abbiamo detto in varie occasioni, le squadre di calcio non sono collezioni di figurine, però, allo stesso tempo, avere a disposizione dei giocatori di livello conta eccome. Mattia Cassani non è un fuoriclasse, ma è pur sempre uno dei terzini della nazionale. E non è cosa di poco conto. Il 27enne piemontese non vorrà perdere il treno per Euro 2012 e verrà quindi a Firenze ancora più motivato. Sicuramente, almeno sulla carta, si tratta dell'acquisto di maggior spessore per la Fiorentina edizione 2011/2012. E dopo tante partenze eccellenti era proprio quello che serviva.

Resta da decifrare a questo punto la posizione di Lorenzo De Silvestri, ma pare chiaro, in virtù di tutto quanto detto fino ad ora, che il titolare sarà Cassani. Se l'ex laziale, da persona intelligente qual'è, vorrà continuare a giocarsi le proprie carte a Firenze, Sinisa Mihajlovic, per quanto riguarda gli esterni, avrà veramente molte carte a disposizione. Perché lo stesso De Silvestri può giocare anche in posizione avanzata, proprio come Romulo, che è inoltre in grado di agire anche sul versante opposto. Al di là di tutto questo, la speranza, seppur flebile, è che di qui a otto giorni di giocatori come Cassani ne arrivino altri. Perché ne servirebbero anche al centro della difesa e in mezzo al campo. E forse anche in attacco.  A quanto pare gli "scontenti" non ci sono solo a Firenze, e Corvino pare averlo finalmente intuito. Vedremo se ci saranno i margini per portare a buon fine altre operazioni del genere o se davvero è finita qui. Nel primo caso tanto di cappello, nel secondo saremmo di fronte, ancora una volta, ad un'opera lasciata a metà.