ZEBI A RFV, Lovik impressionante. Bravo con entrambi i piedi. Lo scouting...

22.01.2025 17:18 di  Redazione FV   vedi letture
ZEBI A RFV, Lovik impressionante. Bravo con entrambi i piedi. Lo scouting...
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© foto di Rega Luigi

Il dirigente sportivo, ex ds di Novara e Cesena, Moreno Zebi è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola nel corso della trasmissione "Scanner", l'approfondimento settimanale a cura di Giulio Dini. Queste le sue parole riguardo all'argomento scouting: "Lo scouting sta cambiando il mercato e questa è una bella notizia per noi operatori. Noi cerchiamo di valorizzare un prodotto sconosciuto ai campionati importanti. Fortunatamente esiste una nuova voglia di investire in queste aree. Le società hanno capito quanto è importante arrivare primi sui un calciatore e questo si può fare solo se si ha una grande conoscenza, anche se non totale ovviamente, dell'offerta che è molto ampia". 

Cosa c'è di nuovo?
"Si è capita l'importanza in virtù di una gestione più oculata delle risorse. La mancanza di soldi ha accelerato il processo. La necessità diventa virtù se viene interpretata bene. Arrivare su un giocatore che ha già disputato competizioni europee e che costa decine milioni è una cosa inflazionata, sono bravi tutti diciamo, ma arrivare prima su un giocatore che non ha ancora dimostrato può generare una plusvalenza. Oggi, la perdita di centralità del nostro calcio, ha presentato alle società la necessità di essere più presenti in area scouting. Questa è diventata una componente centrale delle società. Vengono investite risorse che comunque non sono paragonabili con gli investimenti che vengono fatti per acquistare un calciatore già formato. Il rischio d'impresa quindi sostanzialmente è basso". 

Quanto contano e quanto si guardano i numeri del calciatore?
"Ci sono strumenti nuovi che incrociano dati e i numeri dicono qualcosa. Fotografano i calciatori. Minuti, presenze, assist, gol, duelli vinti, i numeri ci dicono qualcosa. Secondo me non esauriscono perché esiste la sensibilità di chi osserva. L'abilità è cercare di capire la progressione e lo sviluppo che può attendere un giovane calciatore. I numeri possono accendere l'attenzione ma non sono sufficienti, non ci si può ridurre solo a quello. Si devono mixare le varie componenti. Vedere un calciatore dal vivo è fondamentale perché nelle clip lo vedi solo con la palla tra i piedi o in una certa fase di gioco isolata. Vedere un giocatore live vuol dire guardarlo anche quando la palla non c'è. Ti può trasmettere qualcosa al di là del gioco, anche a livello di personalità". 

Siamo destinati a convivere con gli algoritmi?
"Questa cosa deve essere affrontata in maniera non ideologica da entrambe le parti. Questa cultura è stata portata da nuove proprietà che stanno dando un contributo. Io sono appassionato del fattore umano, della visione di un calciatore, che credo che ci debba essere. Il nostro paese ha grande cultura calcistica e allora i promotori degli algoritmi devono accettare questo. Così come noi dobbiamo avere la mente aperta su questi nuovi strumenti. Se mixiamo questi strumenti con l'abilità umana si può abbassare gli errori".

Assane Diao, che giocatore è?
"Questo è l'effetto di questa tendenza. A Como il management è attento all'area scouting. Incrociare le competenze e le opportunità può portare a fare un buon lavoro. Diao lo abbiamo già apprezzato. Attaccante esterno che può giocare da seconda punta. E' tonico, longilineo e ha forza e potenza. Ha Grande frequenza di passo e sa fare più ruoli sul fronte offensivo. Nasce esterno ma può fare la sconda punta. Bravo nel dribbling e sa attaccare lo spazio nei tempi giusti. Esiste una cosa che prima abbiamo tralasciato. Chi fa il nostro mestiere deve avere coraggio, consapevolezza e competenza. Ci vuole coraggio nel dare effetto a tutta la mole di lavoro che si fa. Non è scontato. E' un questione culturale che dovrebbe investire anche le proprietà. Se ragioniamo per la Serie A, abbiamo visto quanto la componente fisica sia importante per l'indagine. Un calciatore deve essere un mix di cose. Cioè se non ha caratteristiche fisiche dominanti può essere funzionale comunque grazie ad una tecnica fuori dalla norma. Oggi vengono ricercate entrambe le cose. Senza una buona dotazione fisica nei settori giovanili oggi è difficile emergere". 

Su Mathias Lovik
"Impressionante perchè, da mancino, riesce ad avere qualità anche con il piede destro. Questa è una cosa difficile da trovare per un mancino naturale. Ha una grande fase di spinta, poi deve migliorare in fase di non possesso nei posizionamenti. La difficoltà è allenare i giocatori ad essere determinanti. Gli aspetti difensivi si possono allenare con grande margine, insegnare ad un giocatore ad essere pericoloso quando sale è molto più complicato. Quindi secondo me è di grande prospettiva, anche perché è un 2003. Può avere un bel futuro".