COME SI ESCE DA QUESTA CRISI? I SEGNALI NON SONO POSITIVI, GUDMUNDSSON VA RECUPERATO. PALLADINO HA LA FIDUCIA DELLA SOCIETÀ, MA FINO A QUANDO? MAN È DAVVERO QUELLO CHE SERVE? L'INVESTIMENTO IMPORTANTE SIA FATTO A CENTROCAMPO

22.01.2025 00:00 di  Lorenzo Di Benedetto  Twitter:    vedi letture
COME SI ESCE DA QUESTA CRISI? I SEGNALI NON SONO POSITIVI, GUDMUNDSSON VA RECUPERATO. PALLADINO HA LA FIDUCIA DELLA SOCIETÀ, MA FINO A QUANDO? MAN È DAVVERO QUELLO CHE SERVE? L'INVESTIMENTO IMPORTANTE SIA FATTO A CENTROCAMPO
FirenzeViola.it

Tempo di riflessioni e ragionamenti. La Fiorentina della magia, dell'incredibile filotto di vittorie consecutive, dell'entusiasmo e dell'euforia non esiste più. La crisi è profonda, non certo dal punto di vista della classifica, perché non ci dobbiamo mai dimenticare che chiunque avrebbe firmato per vedere Kean e compagni al sesto posto, alla pari del Bologna e davanti a Milan e Roma, dopo le prime 21 giornate di campionato, e con una gara da recuperare, ma sotto l'aspetto del momento che la squadra sta vivendo non ci sono dubbi. Ormai da più di un mese e mezzo non funziona più niente, o quasi, e la domanda che aleggia nella testa di tutti noi è una e una sola: come si esce da questa crisi? Difficile, se non impossibile, avere certezze in questo senso, ma qualcosa deve essere fatto e il primo a dover cambiare marcia e modo di fare è Raffaele Palladino. Le parole del tecnico dopo l'1-1 contro il Torino sono state tanto deboli quanto stonate, diversamente alla presa di coscienza di Robin Gosens e ci perdoni se non riusciamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. I due soli punti raccolti nelle ultime sei giornate, al quale dobbiamo aggiungere anche l'eliminazione dalla Coppa Italia rappresentano un segnare tutt'altro che positivo e anche fuori dal campo le cose non è che vadano meglio.

Cosa succede all'interno del Viola Park? Non possiamo saperlo, ma nonostante questo possiamo invece farci un'idea su cosa non stia funzionando. C'è un nome su tutti che riecheggia nell'aria e che rappresenta un problema che deve essere risolto. Quello di Albert Gudmundsson. Il feeling tra l'allenatore e l'islandese non c'è, questo è evidente, visto che non c'è spiegazione al fatto che sia sempre lui a uscire dal campo per primo. Sostituzione che sta diventando quasi scontata ma non è comprensibile, visto che non ha molto senso togliere il giocatore con più qualità, quello capace di inventarsi qualcosa dal nulla in una frazione di secondo, quando le cose non stanno andando bene. Sia chiaro, non stiamo dicendo che Gud sia esente da colpe, perché da lui ci aspettiamo di più, ma c'è anche la sensazione, guardando le partite, che possa esserci qualche frizione anche tra lo stesso numero 10 e qualche compagno. Solo una sensazione, per adesso, ma la cosa certa è che la Fiorentina ha bisogno di Gudmundsson e l'islandese deve essere messo nelle condizioni di rendere al meglio.

In tutto questo la società ci ha tenuto, non ufficialmente, a ribadire la fiducia a Raffaele Palladino. Ma per quanto? Davvero la partita contro la Lazio sarà decisiva? Sarebbe un errore rimettere in discussione l'allenatore in caso di sconfitta all'Olimpico domenica sera, ma serve anche un segnale ulteriore, di fronte a telecamere e microfoni. Pradè, che ha parlato dopo il ko di Monza alzando un polverone che, come abbiamo già commentato, non doveva essere alzato, deve tornare a parlare. Dicendo la verità, nel bene e nel male, su quella che è l'idea che sarà portata avanti fino al termine della stagione. 

E poi spazio al mercato. Continua a farsi strada il nome di Dennis Man come rinforzo per la Fiorentina in questo gennaio, ma davvero il rumeno è ciò che serve ai viola? Dopo un ottimo avvio di stagione l'esterno del Parma si è spento e non è detto che arrivare a Firenze possa dargli lo slancio decisivo per ripartire. Ecco perché, vedendo anche le difficoltà che la squadra sta trovando nell'ultimo periodo ci viene da pensare che probabilmente sarebbe meglio fare un grande investimento per un centrocampista. Un giocatore che possa ridare equilibrio, che possa fare la differenza nella zona di campo più importante. Insomma, sono giornate decisive, in tutti i sensi. E la cosa certa è che tutti non vediamo l'ora che questo periodo negativo arrivi al capolinea.