EX-VIOLA A FV, "Noi... amici del capitano"
"Un ricordo, un aneddoto, un episodio, qualcosa che racconti la tua amicizia col capitano..." La domanda di partenza era più o meno questa, e l'abbiamo posta agli ex-viola. Qualcuno lo abbiamo incontrato di persona, qualche altro lo abbiamo raggiunto per telefono. Per altri ancora ci siamo rivolti ad Alberto Panizza, consigliere dell'associazione ex-viola, presieduta da Kurt Hamrin, con Moreno Roggi e Giancarlo Antognoni vice presidenti. Già, proprio Antognoni è il destinatario dei pensieri che abbiamo raccolto, a firma di coloro che gli sono amici, che hanno condiviso con lui gioie e dolori. "Io con Giancarlo ho condiviso tutto - esordisce MORENO ROGGI. Le vittorie (poche), gli esordi, le sofferenze. Insieme abbiamo giocato 6 stagioni nella Fiorentina (1972-76), abbiamo vinto due tornei di Viareggio (73' e 74'), una coppa Italia (1975), una coppa di lega italo-inglese (1976). E poi l'esordio in nazionale contro l'Olanda di Cruijff (20 novembre 1974) Insomma...abbiamo fatto tante cose insieme. Poi io ho avuto un grosso infortunio e mi sono fermato. Lui è andato avanti, è diventato campione del mondo, ma l'importante è che dopo 57 anni siamo ancora amici. Oggi portiamo avanti insieme questa splendida associazione di ex viola e cerchiamo di aiutare i vecchi compagni in difficoltà. Come Galdiolo, ad esempio, ma non solo..."
VINCENZO GUERINI (tre stagioni con Antognoni in maglia viola, dal 73' al 76') chiude il trio (come lo chiama lui) dei fratelli siamesi (Antognoni, Roggi, e Guerini appunto...), e sintetizza così la sua amicizia col capitano storico viola:"Con Giancarlo ci siamo conosciuti nel 1971 in nazionale giovanile, ed entrambi sognavamo di diventare calciatori. Se permette, nella mia pur breve carriera posso dire, con orgoglio, di "aver giocato con Antognoni". Altri non lo so... L'Antognoni's day? Mi ha invitato lui personalmente, e poi se non lo faceva venivo da me."
A proposito di esordi... "Giancarlo ha esordito in serie A con me, a Verona, nel 1973 - chi parla è CLAUDIO MERLO mezzala del secondo scudetto, quello del 1969. Ricordo che Liedholm glielo disse due giorni prima e lui scese in campo molto tranquillo. Io gli dissi di fare le cose semplici e di essere se stesso. Spero di essergli stato d'aiuto. A fine partita gli andai vicino e gli feci i complimenti. Aveva giocato molto bene, avevamo vinto 2-1 e da allora fu "il ragazzo che gioca guardando le stelle"...meglio di così".
Avanti tutta con i personaggi che, insieme ad Antognoni, hanno costruito la storia della Fiorentina. GIANCARLO DE SISTI ha vissuto due fasi della carriera di Giancarlo: quella da giocatore (due stagioni, dal 72' al 74') e da allenatore (il popolare "picchio" sedette sulla panchina viola dall'81' all'85'). Chi meglio di lui può raccontarci Giancarlo Antognoni? "Un grande uomo, un campione vero, un grande professionista, sopratutto una persona molto umana. Non si atteggiava a personaggio, anche se avrebbe potuto farlo. Qualche aneddoto? Un giorno incontrammo il Milan al "Comunale" ed io sbagliai due rigori sotto la Fiesole (era il 31 marzo 1974 ndr.) Non era un gran momento per me, e dopo quei due errori mi sentivo uno straccio. Al 75' capita una punizione dal limite: io la scucchiaio per Giancarlo che di collo pieno realizza il gol decisivo. Vinciamo per 3-2 ed alla fino gli vado vicino e gli dico..."Da quanto sono contento ti bacerei in bocca". Capirai, con due rigori sbagliati sulla coscienza..."
Chiudiamo con ARMANDO FERRONI. Non tutti si ricorderanno di questo terzino sinistro, gentile, educato, dalla tecnica discreta e poco più. Capitò per sua fortuna in una grande Fiorentina, quella dell'81-82, e stasera all'Antognoni's day ci sarà anche lui. "Posso dire che Antognoni è stato il calciatore più elegante di sempre. Ragazzo simpaticissimo, dalla tecnica sopraffina, io ho imparato molto da lui. A fine allenamento mi fermavo ad osservarlo e ricordo che per gioco lo sfidavamo a prendere la traversa da fuori area. Ha presente la pubblicità di Ronaldinho? Ecco, quella è costruita, Antognoni invece la traversa la prendeva davvero. Un aneddoto simpatico, poi, era quello di Restelli che era solito vestire molto casual, mentre Giancarlo vestiva sempre in maniera molto ricercata. Quando arrivavamo al campo, Restelli si metteva dietro ad Antognoni, lo abbracciava e lo portava negli spogliatoi dicendo..."Ecco il manichino, guardate com'è vestito, sembra o no un manichino di alta moda?" Insomma, un calcio di altri tempi, un calcio che non c'è più. Anzi no... domani al Mandela Forum si replica, e saremo tutti lì, ad applaudire e versare qualche lacrimuccia...