Palladino nel mirino: un ritorno al passato difficile da comprendere
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Il giorno dopo Fiorentina-Como il dibattito sui motivi alla base della terza sconfitta interna stagionale si fa ancora più acceso. Anche se al termine della gara il Franchi non ha fischiato come avvenuto dopo il pari con il Torino il tecnico è di nuovo il principale imputato di un passaggio a vuoto difficile da digerire. Nella valutazioni postume pare evidente la responsabilità per un impianto di gioco che non funziona, così come evidente è stata la difficoltà della squadra nel mettere in pratica schemi e manovre. Un grosso passo indietro dopo gli ultimi e più recenti correttivi, una retromarcia difficile da spiegare alla luce di prestazioni che avevano fornito ben altri risultati.
Il ritorno ai due centrocampisti
Tra gli aspetti più palesi nell’ultima domenica di campionato il ritorno a un modulo inizialmente votato al 4-2-3-1, con i due interpreti Mandragora e Cataldi finiti in fretta preda delle ripartenze avversarie come in occasione del primo gol di Diao. Una diatriba già ampiamente affrontata, quella di una coppia mediana che avrebbe necessitato di altri interpreti in assenza di Bove, tornata inaspettatamente d’attualità nel giorno in cui il Como di Fabregas ha tagliato il campo come lama nel burro.
L’adattamento di Fagioli
Sotto questo profilo è difficile spiegare anche l’ultimo di molti adattamenti già visti in stagione. Se nel dopo gara Palladino ha tirato in ballo l’emergenza offensiva dettata dall’assenza di Kean l’esordio di Fagioli a San Siro in un ruolo più da trequartista che non da centrocampista aveva già sollevato parecchie discussioni, le stesse che hanno contraddistinto i commenti di due giorni fa. Contando il terzo forfait consecutivo di Adli, unico interprete in grado di garantire una certa qualità in impostazione, l’ex bianconero sarebbe potuto essere una prima fonte di gioco, fosse solo per un’esperienza fin qui maturata in una zona più arretrata del campo rispetto a quella calpestata domenica all’ora di pranzo.
La contraddizione degli esterni
Last but not least, ultimo ma non per importanza, un altro sguardo al passato dal sapore contraddittorio, quello rivolto agli esterni, almeno considerando i recenti indirizzi del mercato invernale. Mentre sulle corsie esterne si è registrato una sorta di esodo che ha visto protagonisti i vari Ikonè, Sottil e Kouamè nel match contro il Como la Fiorentina è tornata a percorrere la linea dell’out senza trarne grande giovamento, anche perché Folorunsho raramente ha trovato il fondo mentre Beltran (di recente parso rigenerato dall’arretramento in mezzo al campo) ha riproposto quella leggerezza offensiva che lo ha reso tra i più sofferenti. Il tutto a discapito dei due terzini che solo qualche settimana fa, a Roma contro la Lazio, erano stati tra i fattori chiave del successo.
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