LAZIO-FIORENTINA SI PUÒ GUARDARE IN DUE MODI DIVERSI. GUENDOUZI IMPRESSIONA, MA LA FIORENTINA HA UN VANTAGGIO
La Lazio sta bene, molto bene. La Fiorentina male, molto male. Eppure fra le due squadre ci sono soltanto 6 punti e i viola devono recuperare i 73 minuti con l’Inter. Vincendo sia all’Olimpico che poi in casa, nel recupero contro i campioni d’Italia, la Fiorentina aggancerebbe la squadra
del fiorentino Baroni. Di conseguenza, Lazio-Fiorentina si può guardare da Firenze in due modi differenti, o col bicchiere mezzo pieno (cit. Palladino) o col bicchiere mezzo vuoto.
Nelle ultime 6 partite di campionato, quando i viola hanno totalizzato la miseria di due punti, anche la Lazio ha avuto dei passaggi a vuoto. Ha fatto meglio della sua prossima rivale, ovviamente, otto punti in questo parziale, ma nello stesso periodo ha preso 6 gol in casa dall’Inter e ha perso il derby. In realtà, sono stati solo gli ultimi giorni a restituire in pieno alla Lazio brillantezza e sicurezza: tre gol a Verona, tre gol alla Real Sociedad giovedì scorso in Europa League, con la qualificazione aritmetica agli ottavi di finale conquistata con una giornata d’anticipo e quasi certamente anche col primo posto di quel campionatone europeo.
In questi 180 minuti la Lazio ha fatto davvero paura. Corsa, velocità resistenza, calcio verticale, giocate, occasioni, sei gol, i suoi uomini migliori ;(Guendouzi su tutti, ma anche Dia, Isaksen, Zaccagni, Castellanos, Gila e Gigot) in condizioni entusiasmanti. Per i viola l’unica fortuna è l’assenza di Tavares, miglior uomo-assist di questo campionato: si è fermato giovedì per un problema muscolare. Restano tante, comunque, le fonti da inaridire. Per esempio i due esterni, Isaksen e Zaccagni: si muovono sincronizzati con Dia che, fra l’altro, alla Fiorentina ha già segnato 4 gol, compresa la sua unica tripletta in Serie A, è il suo bersaglio preferito. Palladino dovrà fare attenzione a Gigot sui calci d’angolo e a Gila che ha una passione sfrenata per l’attacco verticale con la palla al piede.
Ma il giocatore che davvero impressiona è Guendouzi, mediano, regista, coordinatore della manovra di Baroni, è ovunque serva alla squadra. Tanto per dare un’idea, giovedì scorso dopo l’infortunio di Tavares è andato a fare il terzino destro, con Marusic che si è spostato a sinistra. Baroni non ha un organico profondo, per questo ha trasmesso a tutti le conoscenze giuste per cambiare ruolo. Sempre giovedì, Noslin, quando è entrato, ha cominciato da esterno sinistro e poi è andato al centro dell’attacco quando è uscito Castellanos.
Il vantaggio della Fiorentina è la fatica europea della Lazio di giovedì sera, in 90 minuti giocati con la formazione titolare. Tuttavia la vittoria e tutto quel che ne consegue consentirà a Baroni di rinviare la rotazione a giovedì prossimo, nell’ultima partita di Coppa a Braga. Domenica ci saranno di nuovo i titolarissimi.
Dentro la partita potrebbe esserci anche una prova di forza: la Lazio è la squadra che ha segnato di più nell’ultimo quarto d’ora (13 gol), mentre la Fiorentina è l’unica a non aver ancora subìto gol nello stesso periodo della gara, nonostante le quattro sconfitte del suo periodo nero. Sono più di vent’anni (campionato 2012-13 con Montella in panchina) che i viola non battono la Lazio sia all’andata che al ritorno, anche questa potrebbe essere una motivazione dopo il 2-1 del Franchi con i due rigori segnati da Gudmundsson in rimonta. E’ stata la partita della rivoluzione di Palladino, col passaggio della difesa a 4 all’inizio del secondo tempo. E poi i viola, che in questa stagione hanno eguagliato il record delle 8 vittorie consecutive, devono scansarne uno assai sgradevole: fra novembre e dicembre 2020 per otto partite non ha mai vinto, ora siamo già a sei. Meglio evitare.