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Che flop Gudmundsson: due mesi per dissipare 20 milioni di dubbi

Che flop Gudmundsson: due mesi per dissipare 20 milioni di dubbiFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
domenica 16 febbraio 2025, 20:00Copertina
di Niccolò Righi

Una Fiorentina “brutta” per definizione del suo stesso direttore sportivo Daniele Pradè, forse tra le più brutte dell’anno, cade al Franchi contro il Como e fallisce il primo dei tre presunti match sulla carta più abbordabili, in attesa che il calendario di marzo ed inizio aprile regali in successione Napoli, Juventus, Atalanta e Milan. Una serie di impegni a cui andrà aggiunta la Conference League e che daranno probabilmente l’idea definitiva di quello che questa squadra ‘vorrà fare da grande’, o forse sarebbe meglio dire se questa squadra vorrà fare la grande. D’altra parte nella conferenza di venerdì Raffaele Palladino era stato chiaro: dopo i rossoneri, a seconda di come si arriverà alla fine di questi primi due mesi decisivi, potrà essere tracciata una linea, fissati gli obiettivi finali e, chissà, magari fatte le varie ed eventuali valutazioni su una lunga lista di giocatori ancora a caccia di un riscatto. E se si prende in esame quest’ultimo punto, la mente non può che non andare a quella maglia numero 10 che risponde al nome di Albert Gudmundsson.

Ingresso impalpabile
Reduce da una tonsillite che lo ha tenuto lontano dal campo nelle due partite contro l’Inter (a San Siro ha fatto una breve comparata nel finale), Palladino quest’oggi, nonostante il peso specifico dell’attacco gigliato fosse particolarmente ridotto causa assenza di Kean, gli ha preferito Fagioli schierato fuori ruolo e già questo rapporto (all’apparenza) mai sbocciato tra il tecnico campano e l’islandese potrebbe far sorgere qualche domanda. Al resto, però, ci ha pensato il numero 10, con un ingresso in campo di fantozziana memoria. Entrato al 56’ al posto di Zaniolo, l’ex Genoa ha perso i primi tre palloni toccati beccandosi anche un’ammonizione per l’intervento in ritardo sul difensore lariano Dossena ed è stato costretto al cambio al 75’ per problemi alla zona lombare dopo essere atterrato male da una caduta. Tanta sfortuna certo, ma anche tanta negligenza per un calciatore che in questi mesi ha dimostrato di saper accendere il proprio interruttore in fasi molto più che alterne. Ed è per questo che su di lui inizia ad esserci più che un dubbio.

20 milioni di dubbi
20 milioni di dubbi, nello specifico. Questo il totale che la Fiorentina dovrebbe versare nelle casse del Genoa per il riscatto del giocatori che, sommati agli 8 già sborsati, farebbero arrivare il costo del cartellino a (oltre) 28 milioni, rendendolo l’atleta più pagato nella storia viola. Un costo importante che fino a qualche mese fa sembrava però perfettamente in linea con il valore dell’islandese, che in Liguria fece un campionato da top, mettendo a referto 14 reti e 4 assist. Quest’anno i suoi numeri realizzativi sono in netta flessione, anche se va detto che i 4 gol segnati hanno comunque portato 9 punti. Tuttavia a preoccupare è soprattutto il minutaggio. Il classe ’97 ha infatti già saltato 10 partite di campionato delle 25 disputate dai suoi compagni, scendendo in campo per 678 minuti su in totale di circa 2250, il che lo rende soltanto il quindicesimo calciatore più impiegato della rosa (meno di Bove e Richardson per capirsi). Questi mesi saranno dunque fondamentali per delineare il suo futuro, il treno per l'Europa passa soprattutto dai suoi piedi. La speranza è che questo treno non sia come quelli delle feste che si sà, notoriamente non porta da nessuna parte.