Il Como che conoscevate non esiste più: viaggio nell'impero degli Hartono
Il kretek è un tipo di sigaretta fatta con una mistura di tabacco, chiodi di garofano ed altri additivi, ultrasottile, dal peso inferiore agli 0,6 grammi. Per capire il senso del Como in Serie A, di questo Como in Serie A, una realtà fuori scala, che ha chiuso la scorsa sessione di mercato in cima alla classifica dei club italiani per milioni investiti, dobbiamo partire da questo cilindro grande più o meno quanto un lapis.
Il confronto col passato e con Commisso
C'è il kretek alla base dell'impero costruito dai fratelli Hartono, Robert e Michael, imprenditori indonesiani divenuti miliardari grazie al commercio di queste sigarette e dal 2019 proprietari del Como 1907. Con loro la piccola realtà incastonata sul lago ha fatto il salto della specie. Fa impressione pensare che l'ultima visita dei biancoblù a Firenze è datata 22 agosto 2004, che quella partita allora valeva il primo turno di Coppa Italia e che quella era una squadra pronta a impantanarsi per quindici anni tra Serie B e Serie C, che si presentava con Fabiano e Cigardi là dove ora ci sono Nico Paz e Diao - amarcord doveroso, quella partita finì 3-0 e vide la prima e quartultima rete in viola di Javier Garcia Portillo (e chi se lo scorda) -. Questo Fiorentina-Como vale un po' di più, almeno se pesiamo i due portafogli sul tavolo: è infatti la sfida tra le due proprietà più ricche d'Italia, solo che quella dei lombardi gioca un altro campionato. Robert Hartono, 84 anni, ha un patrimonio netto stimato (dati Forbes) di 26,5 miliardi di dollari, il fratello minore Michael, 83 anni, si deve accontentare di 'soli' 25,5 miliardi, in tutto fanno 52 miliari, mentre Rocco Commisso ha un saldo da circa + 8 miliardi di dollari sul conto. Se prendiamo in considerazione tutti gli imprenditori legati ad attività sportive in giro per tutto il mondo, nella top 10 dei più ricchi troviamo due volte il cognome 'Hartono', all'ottavo e decimo posto.
Spese da big
Insomma, detto così, i 58 milioni messi sul piatto a gennaio per il mercato sembrano briciole di pane. Se però pensiamo che gli Hartono erano disposti a sborsarne più o meno altrettanti milioni (54) per prendere Theo Hernandez dal Milan e che solo il volere del terzino francese si è messo di traverso a un'operazione che anche un club come quello rossonero non poteva che assecondare, capiamo quanto davvero su quel ramo del lago facciano davvero sul serio. Sono arrivati Caqueret, Douvikas, Vojvoda, Azon, Butez, Smolcic. E' arrivato soprattutto Diao dal Real Betis, già tre gol nelle prime uscite in A. E poi lui, Jorko Ikoné, 9 milioni (in caso di riscatto del prestito) per quello che per molti è l'osservato speciale del prossimo incrocio, per tutti è l'incubo perpetuo. Vien da sé che la squadra affrontata dalla Fiorentina a novembre non esiste più. C'è un altro Como, più ambizioso, che all'opulenza del conto in banca e all'idealismo sfrenato del suo condottiero, l'uomo in mezzo a tutto - Cesc Fabregas è qualcosa di più di un allenatore, visto che è anche socio di maggioranza della società - deve adesso iniziare a far corrispondere qualche risultato in più, vista una classifica che finora è tutt'altro che quella di una superpotenza. 22 punti in 24 partite, già dodici sconfitte e quartultimo posto.
La classifica mente
Ma mai come in questo caso la classifica non è lo specchio dei valori messi in campo: se guardiamo le statistiche su possesso, tiri in porta e i famigerati xG, insomma tutti i dati sul dominio del gioco e la produzione di occasioni, e li rapportiamo a quanto raccolto, possiamo constatare come il Como sia in testa allo "sfigometro" del campionato. Gioca senza il senso d'urgenza (per ora) delle altre piccole, all'arrembaggio, pur avendo sistemato la difesa sostituendo tra i pali l'autunnale Reina con Butez. Fabregas si sta barcamenando da inizio anno nel tentativo di domare ambizioni per ora utopistiche: "Noi siamo il Como, spesso qualcuno se lo dimentica" ripete da qualche mese a questa parte. Nell'ultima gara, la sconfitta interna contro la Juventus, ha poi anche alzato la voce con gli arbitri, un rito di iniziazione che ci fa capire quanto il mentalista catalano si stia facendo sempre più italiano anche nei modi. Difficile tenere i piedi per terra se hai una proprietà che, in potenza, potrebbe comprare tutta la Serie A - con qualche spicciolo d'avanzo - e che ha fatto capire di aver grandi possibilità (se non loro chi) di trattenere il gioiello più luminoso, Nico Paz, anche per i prossimi anni, promettendo di fare la voce grossa pure col Real Madrid. Parole di Mirwan Suwarso, uomo di fiducia degli Hartono, che lo hanno messo a capo del club nel ruolo di presidente.
Tifosi da red carpet
Ancor più difficile farlo se a guardarti ci sono: Keira Knightley, Adrien Brody, Benedict Cumberbacth, Chris Pine, Sophie Hunter, Michael Fassbender. No, non è il cast del prossimo colossal Marvel, ma potrebbero essere i tuoi vicini di posto allo stadio Giuseppe Sinigaglia.. Una torcida in linea con i fondi della società, anche se Cumberbacht e soci non sono ancora riusciti a organizzarsi (non crediamo per mancanza di fondi) per trasferte, e quindi niente Franchi. C'erano però nella gara giocata tre mesi fa a Como (Dr. Strange si è beccato dal vivo l'unico assist dell'anno di Riccardo Sottil - per Moise Kean -, Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco, direbbe). L'ultima moda del jet-set hollywoodiano sembra quella. Chissà se anche a loro Fabregas ricorderà che sta giocando comunque con Goldaniga e Strefezza.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n.18246