SERIE C, Marani rieletto presidente: "Perché la C dovrebbe diminuire?"

02.10.2024 14:30 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: dalla nostra inviata - Luciana Magistrato
SERIE C, Marani rieletto presidente: "Perché la C dovrebbe diminuire?"

Oggi, presso la sede della Serie C a Firenze, è stato rieletto presidente all'unanimità per il prossimo quadriennio Matteo Marani. L'Assemblea straordinaria elettiva della Lega italiana calcio professionistico ha rinnovato la fiducia al vicepresidente vicario Gianfranco Zola e al vicepresidente Giovanni Spezzaferri. A margine dell'elezione, lo stesso Marani ha parlato così alla stampa presente, tra cui FirenzeViola.it: "Ringrazio i club per questo affetto. È l'effetto di due anni passati insieme, è un impegno anche per i prossimi anni. Dobbiamo darci regole nuove, come le riforme che riguarderanno il calcio italiano. L'appoggio delle società mi dà la spinta a fare bene. Siamo diventati in due anni una lega più solida, dovevamo ricostruire internamente e così abbiamo fatto. Ringrazio tutte le persone che seguono la Serie C ogni settimana".

In cosa ha vinto la sua governance?
"Utilizzo il termine scelto dal presidente Gabriele Gravina questa mattina: solidità. Siamo ripartiti ricostruendo una Lega che arrivava da un progetto di riforma bocciato e dalle dimissioni del precedente presidente. Credo sia cambiato il sentimento all'interno della Serie C. Siamo un campionato dal grande passato ma anche con elementi di grande novità. Questo connubio sta premiando questa lega".

Qual è l'obiettivo?
"Rendere più forti le riforme, contenere i costi, rendere sostenibili e sane le nostre casse, altrimenti diventa difficile fare calcio. La Serie C deve diventare una realtà sostenibile. Noi dobbiamo ricordarci sempre del campo, dei giovani, della programmazione tecnica. L'aspetto politico è importante ma lo è di più il campo".

Da dove bisogna ripartire?
"Bisogna ripartire dal pensiero comune di lavorare tutti insieme. Tutti i più grandi calciatori sono partiti dalla C per poi diventare campioni. C'è bisogno della formazione, sennò non arrivano talenti. Il calcio italiano deve prendere coscienza che alcune situazioni vanno risolte e in fretta, a partire dalla sostenibilità. L'unico modo per fronteggiare questa difficoltà economica è coltivare i giovani. E vorrei che la politica, in tal senso, ci aiutasse un po'".

Come si pone la Lega Pro in vista del Consiglio Federale del 4 novembre?
"Dobbiamo prima di tutto capire quale sia la proposta complessiva. Credo che le richieste della Serie A possano essere legittime, ma ricordandosi che se si vuole essere la locomotiva di un treno occorre occuparsi anche dei vagoni. Quando il calcio italiano ha funzionato bene lo ha fatto perché tutte le leghe funzionavano assieme".

Sul fronte della valorizzazione dei giovani quali sono le prossime tappe?
"Prima di tutto completare la riforma Zola che è stata applicata per il minutaggio, ma che adesso ha bisogno di nuove risorse per andare avanti. Dall'altro lato è fondamentale il contenimento dei costi".

Si dice spesso che la Serie C dovrebbe ridurre il numero delle squadre?
"Perché la C dovrebbe diminuire. Credo sia un'operazione di distrazione di massa, per sterzare il focus. Invece ci sono altri problemi altrove, si cerca di concentrare su altri i problemi propri. La C fa il suo dovere, ha il 95% di italiani, è l'ultima fetta di imprenditorialità italiana vera. Diamo un contributo all'attività giovanile, è arrivato il momento di apprezzare tutto ciò".