UNA SCELTA DI ROTTURA di Matteo Magrini
Che tristezza questa inutile attesa. Ennesimo atto di una commedia molto mal riuscita e che ha avuto il solo effetto di rompere tutta quell'armonia che ci aveva reso orgogliosi di essere viola. Ci vantavamo di essere l'isola felice del putrido calcio italiano, inventori del terzo tempo e del fair play. E adesso? Fanno finta di non sapere, aspettano a dare un annuncio utile quanto un ombrello in una giornata torrida d'agosto.
Lo sanno tutti, lo sanno loro. Lo sappiamo noi. Cesare Prandelli ha già deciso (cosa doveva fare?). Accetterà la Nazionale e saluterà Firenze (se glielo permetteranno) come si deve. Cinque anni di storia scolpiti nella testa e nel cuore, indelebili. Non basteranno interviste al vetriolo, comunicati freddi come il ghiaccio e mezze frasi consegnate ai cronisti a scalfire una stima ed un amore costruiti nel tempo e dai risultati. Cesare resterà dentro di noi. Per sempre.
Adesso però, ce lo concederà anche il mister, è tempo di voltare pagina. In tutti sensi. Inutile star qua a interrogarsi sul perchè e sul come. Ce lo spiegheranno (la speranza è l'ultima a morire) e proveremo a capire. Un capitolo si è chiuso e visto che "il progetto va avanti" è giusto pensare a chi raccoglierà eredità tanto pesante. Giravano tanti nomi, roba da brividi in certi casi. Bisoli, Giampaolo (uno a cui Corvino ha pensato davvero), Terim e Lerda, per citarne alcuni. Immaginate una polemica tra l'allenatore del Crotone e Mourinho? Meglio soprassedere.
Battute a parte (infondo stiamo sempre parlando di calcio) il candidato perfetto pare Sinisa Mihajlovic. Serve una scelta forte, un'inversione di tendenza che restituisca a città e squadra quell'entusiasmo lentamente perso in questo indegno finale di avventura prandelliana. Sinisa è l'uomo giusto. Carisma e carattere da vendere, incarna in toto lo spirito orgoglioso dei fiorentini. E pace se ogni tanto si dimentica il bon ton. Tra le altre cose il serbo è anche bravo e preparato (lo zampino nelle scelte di Mancini c'era, eccome se c'era) e il suo Catania le ha suonate a gente come Mourinho. Mica chiacchiere.
E' un cambio netto, deciso. Da Prandelli a Mihajlovic, dalla classe fatta persona all'arroganza di chi si sente un numero uno. Del resto trovare un simil Cesare sarebbe stato impossibile. Inutile, soprattutto. Meglio cercare altro. Qualcuno che sappia a cosa va incontro e che non tremi al solo pensiero di arrivare dopo un uomo che ha conquistato una città. Sinisa, non v'è dubbio, affronterebbe l'avventura in viola di petto, senza timori. E' questo che serve, un allenatore che in un momento sicuramente difficile sappia restituire forza e voglia di crederci ai tifosi perchè senza di loro non si va da nessuna parte. Mihajlovic può farlo. Sguardo da duro e paura di nessuno. Proviamoci, chissà che non ne venga fuori una nuova, bella, Fiorentina.