LA MAGLIA VIOLA: QUANDO DAVIDE ASTORI DIVENNE CAPITANO
Sono legatissimo a Davide Astori, alla sua famiglia e all’associazione che porta il suo nome che ho avuto l’onore e il privilegio di “battezzare” il 13 Febbraio 2023 in Palazzo Vecchio a Firenze.
Partiamo però con ordine e andiamo subito all’estate 2017. Alla Fiorentina, dopo due anni di Paulo Sousa, decidono di “rifondare” la squadra, abbassare il monte ingaggi e accontentare le richieste di quei giocatori insoddisfatti che ambivano a squadre più blasonate. Nel luglio di quell’anno vengo chiamato a presentare la “nuova” squadra in ritiro a Moena. Di nuovo in verità c’era ben poco perché i nuovi giocatori sarebbero arrivati praticamente tutti l’ultimo giorno di mercato ad agosto prima di un disastroso Inter-Fiorentina 3-0 prima giornata di quel campionato, ma torniamo a noi…
Arrivo a Moena e l’accoglienza non è delle migliori: Kalinic che esce dall’hotel e parte a bordo di un taxi non si sa verso quale direzione, pochi giorni dopo troverà un accordo con il Milan, Bernardeschi mandava certificati medici per rinviare o evitare totalmente il suo arrivo in ritiro, successivamente verrà venduto per un cifra pazzesca alla Juve, altri giocatori simbolo come Borja Valero e Gonzalo Rodriguez venduti, successivamente scopriremo contro il loro volere, a Inter e San Lorenzo.
Insomma non proprio il clima ideale per presentare una nuova squadra i cui unici volti nuovi erano due difensori sconosciuti: Bruno Gaspar e Vitor Hugo. Sono sincero, la sera in piazza per la presentazione ci aspettavamo una contestazione da parte dei tifosi. In tutto questo l’unica nota lieta era il rinnovo/conferma di Astori appunto e la decisione di assegnargli la fascia di capitano.
Ricordo benissimo nella hall dell’hotel prima di scendere nella piazzetta di Moena per la presentazione la “riunione” per decidere come annunciare la sua nomina: ci furono proposte di ogni tipo, c’era chi proponeva di mettergliela al braccio, ma non avrebbe avuto molto senso considerando che i giocatori erano tutti con le polo di rappresentanza, comunque per farla breve proposi che ad annunciare la decisione, che ormai era nell’aria, fosse il nuovo allenatore ovvero Stefano Pioli e cosi fu: il video del momento dell’“incoronazione” e il selfie di gruppo sul palco, su ottima idea dell’allora team manager Alberto Marangon, senza volerlo, dopo quel maledetto 4 marzo 2018, sono passati tristemente alla storia.
Dopo questo doveroso ricordo personale, torniamo alla storia di quella maglietta che oggi, dopo anni, ha assunto un altissimo valore simbolico. La particolarità fu la decisione di legarsi al calcio storico e quindi di realizzare con l’allora sponsor tecnico, i francesi di Le Coq Sportif, non le tre classiche maglie per la stagione, bensì cinque. Si avete letto bene cinque maglie: la classica viola e le altre quattro una per colore per ogni quartiere del calcio storico: il bianco per Santo Spirito, il rosso per Santa Maria Novella, il verde per San Giovanni e azzurro per Santa Croce.
Riprendo le parole dell’allora Direttrice Marketing della società viola Laura Masi: “Una maglia e quattro seconde maglie, per la prima volta nel calcio. La linea guida di “4 quartieri 1 cuore viola” è quella di omaggiare Firenze, la sua storia e la sua identità. Nel progettare le maglie di questa stagione abbiamo voluto creare con Le Coq Sportif qualcosa di unico che valorizzasse il profondo legame che unisce la Fiorentina a Firenze; un connubio che affonda le sue radici nelle tradizioni della città e una delle più vere e autentiche è quella del calcio storico. Le quattro seconde maglie sono dedicate alla città nei suoi quattro quartieri mentre la maglia viola celebra l’unità di Firenze amplificandone il significato profondo“.
Queste invece le parole di Patrick Ouyi, direttore marketing Le Coq Sportif: “Lo spirito del calcio storico e dei quartieri di Firenze è una parte centrale delle fondamenta della città e del club. Siamo orgogliosi di collegare la storia del club e delle sue maglie all’autenticità del calcio storico e dei quartieri rappresentati dalle squadre. E’ una cosa unica per un club avere delle maglie che onorano e celebrano così tanto le radici della propria città. Per noi è stato un piacere realizzare queste maglie e metterci tutto il nostro savoir-faire storico, vogliamo che questa storia unica al mondo continui a lungo“.
La presentazione delle maglie avvenne in un caldissimo pomeriggio di luglio nella cornice del Palagio di Parte Guelfa alla presenza di quattro ex calcianti del Calcio Storico e di un giovanissimo Federico Chiesa reduce dalla sua prima sorprendente stagione in Serie A.
La Stagione non iniziò benissimo come ho ricordato sopra, ma dopo quel maledetto 4 marzo successe qualcosa di veramente magico, la squadra, che fino a quel momento non aveva regalato particolari emozioni, cambiò passo e inanellò una serie di risultati positivi che solo per una decisione della Uefa a favore del Milan, non portarono alla qualificazione in Europa League.
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