La maglia viola: la prima Fiorentina senza Antognoni e con Eriksson in panchina
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Oggi parliamo della stagione 1987/1988 e per farlo ho chiamato un amico, un ex calciatore che quella stagione se la ricorderà per tutta la vita. Si chiama Paolo Ciucchi, in quegli anni era il centravanti titolare della Primavera viola che vinse il Torneo di Viareggio, che disputò 5 partite in Serie A e che in una di questa sostituì lui: Roberto Baggio.
Partiamo dall’inizio. Paolo arriva alla Fiorentina nell’estate del 1982, quella post mondiale vinto in Spagna e, soprattutto, la stagione successiva allo scudetto perso all’ultima giornata a favore della Juve. Inizia nella categoria Allievi e nel giro di cinque anni arriva a suon di goal in Serie A attraverso una finale del Torneo di Viareggio persa con compagno d’attacco un certo Igor Protti (in prestito solo per il Viareggio). Nel Febbraio 1988 accade tutto in tre giorni: sabato 13 Febbraio 1988 gioca, vince e segna nella semifinale contro il Milan al torneo di Viareggio, la sera raggiunge la Certosa a Firenze dove è in ritiro la prima squadra. Domenica 14 Febbraio entra al 67 minuto al posto di Davide Pellegrini, esordio in Serie A allo stadio Comunale di Firenze contro l’Empoli, la sera torna in ritiro a Viareggio per la finale del girono successivo. Lunedì 15 Febbraio gioca la finale contro il Torino, vince 1-0 ed è capocannoniere di quella edizione del Torneo di Viareggio.
Tre giorni incredibili considerando anche che in quegli anni non esistevano le rose lunghe, in panchina andavano massimo 5 giocatori, compreso il portiere, erano ammessi solo due stranieri e potevano essere effettuate solo due sostituzioni. Da li al termine della stagione Paolo giocherà altre quattro partite (tutto il campionato erano 30 perchè c’erano solo 16 squadre), ma un altro momento emozionate rimarrà sicuramente il 20 marzo 1988, Fiorentina-Cesena, minuto 71, esce Roberto Baggio, entra Paolo Ciucchi. Paolo oggi vive a Firenze, allena gli Esordienti 2012 del Tavarnuzze ed era già da qualche settimana che provavo a chiamarlo. Domenica ci siamo visti allo stadio e quando gli ho detto che lo stavo cercando, ma non rispondeva ai messaggi mi ha detto: "Non pensavo fossi davvero te, pensavo fosse qualcuno che si spacciava per te". Favoloso. Paolo è davvero una bravissima persona, onesta, corretta, e forse proprio questa grande onestà e correttezza non lo hanno premiato quando avrebbe dovuto affidarsi alle persone giuste per rimanere nel calcio che conta.
“In tre giorni mi cambiò la vita, fui aggregato in pianta stabile in prima squadra, piacevo molto a Eriksson che mi seguiva in Primavera, considera che feci tutto il ritiro della stagione successiva quella della stagione ’88/’89 con la prima squadra, prima di essere ceduto a settembre alla Centese. Ricordo Dunga, appena arrivato, che mi dava un sacco di consigli, ma s’incazzava anche parecchio, Diaz che, non attraversando un buon periodo, non mi passò la palla nonostante fossi da solo davanti alla porta, Sono ancora in contatto con Landucci, Bosco e naturalmente i “fiorentini” come Celeste Pin. L’unico errore che posso imputarmi e di non essere stato bravo a capire quello che avevano in mente per me e gli altri ragazzi della primavera: c’erano altri ragazzi forti, però fummo spediti tutti in Serie C, quando, con il senno di poi, saremmo potuti tutti, o quasi, andare a giocare almeno in Serie B”.
La Fiorentina ’87/’88 fu la prima senza Giancarlo Antognoni e la prima con Baggio protagonista, in attacco giocavano Diaz e il capocannoniere della stagione precedente Rebonato, in difesa lo svedese Hysen, Contratto, Carobbi, Battistini, mentre a centrocampo il già citato Roberto Bosco, un giovanissimo Nicola Berti, che a fine stagione fu venduto all’Inter insieme a Diaz, e poi Pellegrini, Di Chiara, Onorati e Gelsi. In campionato si classificò all’ottavo posto mancando la qualificazione in Europa, il capocannoniere fu Diaz con 12 reti, di cui 7 in campionato. Paolo conservi ancora la maglietta dell’esordio? “Non toccare questo argomento, la prestai per esporla e non è più tornata indietro…”. La maglietta di quell’anno era prodotta da N2, un brand collegato alla NR di Nicola Raccuglia. Fu l’ultimo anno di cinque. Lo sponsor Crodino rimase anche l’anno successivo quando, come abbiamo già visto, la Fiorentina cominciò a vestire S ABM.
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