La maglia viola: la vittoria della Supercoppa, Irina Te Amo, Kanchelskis e le ciliegine

La maglia viola: la vittoria della Supercoppa, Irina Te Amo, Kanchelskis e le ciliegine
Oggi alle 00:00La Maglia Viola di Dj Carletto
di Redazione FV
DJ Carlo Carletto Nicoletti ci presenta e ci racconta aneddoti, curiosità e particolari inediti sulle maglie della Fiorentina

Nel 1996 avevo 16 anni, stavo per iniziare la terza liceo e alla fine di agosto in occasione della Finale di Supercoppa contro il Milan, la Fiorentina sbanca Milano con il famoso “Irina te Amo” di Batistuta alla telecamera dopo aver segnato un gran goal.

Se mi avessero detto che 23 anni dopo avrei presentato la festa per i 50 anni di Batistuta in Piazza Signoria a Firenze e avrei conosciuto anche “la famosa” Irina, non c’avrei mai creduto.
 


Questi sono gli anni che ricordo con maggiore gioia, a metà anni ’90 la Fiorentina era una delle sette sorelle del calcio italiano, sempre in lotta per i primi posti e ogni anno si festeggiava la fine del calciomercato con la “ciliegina” dell’allora presidente Vittorio Cecchi Gori. Ricordo un coro della Curva Fiesole, dopo l’uscita e il successo del “Il Ciclone” di Pieraccioni nei cinema di tutta Italia con record d’incassi incredibili: ”Con i soldi del Ciclone tu’ ci compri un ciliegione" geniali.

L’anno prima avevamo vinto la Coppa Italia vincendo tutte le partite, la stagione ’96/’97 parte benissimo con la vittoria in Supercoppa con il Milan (prima squadra a vincere la Coppa Italia a battere la vincitrice dello scudetto) e malissimo in Serie A con la sconfitta in casa contro il Vicenza (quattro goal di Otero) alla prima di campionato.

Parallelamente va benissimo in Coppa della Coppe, coppa che non esiste più, ma che al tempo permetteva alle vincitrici delle coppe di lega nazionali di sfidarsi in Europa.

Fummo eliminati dal Barcellona di Ronaldo in semifinale.
In Coppa Italia, da campione in carica, fu eliminata al terzo turno dal Bologna.

Era una super Fiorentina, con Toldo in porta, in difesa Carnasciali, Amoruso, Firicano, Falcone, Pusceddu, Serena, Padalino, a centrocampo Piacentini, lo svedese Schwarz (vi ricordate il coro che gli fu dedicato?), Cois, Bigica, Massimo Orlando e in attacco Bati , Rui, Baiano, Spadino Robbiati, Oliveira (anche il coro dedicato lui fu geniale : “Inventa il rigore che non c’era… Eeeeeeeh Oliveira!”) E ovviamente lo sfortunatissimo ciliegione: Andrei Kanchelskis, che ho rivisto in occasione della festa dei 90 della Fiorentina del 2016, se non mi avessero detto che era lui non l’avrei mai riconosciuto.

Come detto la stagione partì sotto i migliori auspici, ma a lungo andare non si rivelò una stagione memorabile, a raccontarmelo è proprio Aldo Firicano arrivato quell’anno in Fiorentina dal Cagliari insieme al terzino Pusceddu e all’attaccante Oliveira.

"Era appena uscita la sentenza Bosman che permetteva di liberarsi a parametro zero a fine contratto e io approdai con questa formula alla Fiorentina. Ricordo l’emozione della presentazione sotto la Curva Fiesole a luglio con un caldo pazzesco, l’attesa nel sottopassaggio prima di salire le scalette ed essere accolti da un bagno di folla incredibile, a Cagliari non era mai successa una cosa del genere per una presentazione. Il fatto di essere arrivati in tre ha agevolato molto il nostro inserimento nella squadra, però va anche detto che quello in cui siamo entrati era davvero un gran bel gruppo. Eravamo spesso a cena fuori insieme Degli anni in viola, ricordo la telefonata che mi fece il Trap prima di venire a Firenze, lo avevo avuto qualche anno prima a Cagliari come allenatore, ma nel ’98 prima di arrivare mi chiamò per sapere che situazione avrebbe trovato: lui aveva già deciso di venire, ma sono sicuro di aver contribuito in parte alla sua convinzione a venire avendogli parlato benissimo di Firenze e della Fiorentina. Un altro grande allenatore che hai avuto in quegli anni è stato Terim, un vero trascinatore, a livello tattico, soprattutto difensivo, lasciava un po’ a desiderare , ma per il resto aveva davvero una gran bella personalità".

Aldo che rapporto avevi e hai con le magliette? Le collezioni, le hai conservate?
"E’ un mio grande rimpianto, al tempo non mi interessava molto scambiarle o collezionare, adesso un po’ me ne pento. Al netto tra regali e tralsochi, ne avrò conservate una quindicina, una che conservo gelosamente è senza dubbio la maglia celebrativa del Cagliari dello scudetto!".