CHIARUGI A FV, Scudetto che non scorderò mai

11.05.2010 16:00 di  Enrico Mocenni   vedi letture
CHIARUGI A FV, Scudetto che non scorderò mai
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

In esclusiva a Firenzeviola.it,  Luciano Chiarugi, per tutti "cavallo pazzo", bomber istrionico dal carattere esuberante, che nella stagione del trionfo collezionò 18 presenze e 7 gol portando la Fiorentina e Firenze al trionfo in campionato, ricorda  il secondo scudetto vinto con la Fiorentina nella stagione '68/'69.
 

Lei che fu protagonista assoluto di quella Fiorentina, come ricorda la stagione della "grande cavalcata" per il secondo, nonché ultimo, titolo della Fiorentina?
" I ricordi legati allo scudetto sono ovviamente indimenticabili nonostante siano passati ormai più di quarant'anni. Da quei giorni, anche in tempi più recenti, la Fiorentina si è avvicinata al grande sogno di riportare lo scudetto in riva all'Arno. Molti presidenti ci hanno provato, da Cecchi Gori ad altri che sono venuti prima e dopo di lui, e mi riferisco in particolare alle stagioni in cui Trapattoni sedeva sulla panchina viola, anche se poi le note vicende hanno portato la Fiorentina ad allontanarsi da tale sogno. Ritornando alla stagione dello scudetto, dico che fu una stagione particolare, una stagione nella quale nessuno avrebbe scommesso sulla Fiorentina campione d'Italia. In quell'anno facemmo un campionato straordinario e spensierato, nel quale perdemmo solo una partita con il Bologna per 3 a 1. La nostra fu una cavalcata piena di gioie, ma vissuta di domenica in domenica senza pensare a quello che poteva succedere, così passo dopo passo riuscimmo a completare il mosaico di una stagione splendida, che nessuno, neppure tra gli addetti ai lavori avrebbe potuto pronosticare, anche se è pur sempre vero che qualche avvisaglia si era avuta già nella stagione precedente. Nonostante qualche cessione importante quella squadra fu un mix di giocatori giovani cresciuti in casa e di giocatori affermati che avevano voglia di chiudere la carriera con un grande risultato.

Quale fu la partita che ricorda come "momento culmine" nella corsa scudetto della "sua" Fiorentina?
" Sicuramente la penultima partita della stagione a Torino con la Juventus, alla quale arrivammo realmente convinti di poter raggiungere lo scudetto. La partita andò bene perché in quell'occasione vincemmo per 2 a 0, dopo un primo tempo finito a reti inviolate, nel secondo, segnammo sia io e che Maraschi sotto una curva completamente viola e piena di tifosi, arrivati in massa per sostenerci e festeggiare il grande trionfo".
 

Ritornando al presente, qual' è il suo pensiero sulla Fiorentina odierna?
" In primo luogo mi sento di dire che vincere oggi, in un campionato che presenta squadre come Inter, Juventus, Milan dagli organici ricchissimi e altre squadre come Palermo e Samp, che sono divenute in questi anni molto competitive, sarebbe un 'impresa molto difficile. Certo è che la cosa fondamentale rimane la programmazione e la capacità di costruire un progetto e una squadra che sappiano dove vogliono arrivare".
 

Con l'inserimento di qualche giovane giocatore di casa, vedi Viviano e Biagianti ed altri giovani della primavera, e la possibilità di veder partire qualche giocatore di livello, sarebbe possibile trovare un parallelismo tra la Fiorentina campione nel '69 e quella di domani?
"Nel caso della Fiorentina campione, le cessioni, una su tutte quella di Albertosi e Brugnera, l' arrivo di Rizzo e gli inserimenti di alcuni giovani furono importanti. Per quel che riguarda la squadra "oggi", credo che l'innesto di giovani interessanti per la prossima stagione e in particolare giovani di Firenze, come Viviano e Biagianti, sarebbe sicuramente un'ottima cosa, ma ripeto, resta fondamentale vedere cosa gira intorno a questi giocatori. Un progetto di qualità aggiunto all' entusiasmo della piazza, senza soffermarsi troppo su rimpianti e incertezze, ed anche senza spese folli, potrebbero portare al terzo scudetto viola. Tutto questo non è facile da ottenere, lo abbiamo visto anche nell' era Prandelli, prima delle cessioni di Ujfalusi e Toni, quando forse sarebbe bastato qualche piccolo innesto di qualità per raggiungere l' obiettivo scudetto, che mi sembra fosse anche l' obiettivo dichiarato dagli stessi Della Valle e dalla dirigenza viola".