MERLO A FV, Quella canzone prima di giocare...
Romano di nascita, viola d'adozione. Claudio Merlo, in viola dal 1965 al 1976, fu uno dei pilastri del secondo scudetto gigliato, e la sua accoppiata in mezzo al campo insieme a De Sisti fece la fortuna della squadra di Pesaola. Merlo era di fatto il trequartista di quella Fiorentina che stupì tutti arrivando a conquistare il secondo titolo della sua storia. Chiarugi e Amarildo i riferimenti offensivi, De Sisti in cabina di regia, e Merlo a rifinire. Un quartetto vincente.
"Il segreto di quella stagione? - ricorda Merlo a Firenzeviola.it - Di certo fu straordinaria. Eravamo una squadra giovane nella quale trovavano spazio tre o quattro giocatori più maturi. Quando cominciammo il campionato non sapevamo che obiettivi potessimo avere, ma col passare delle partite il sogno divenne sempre più reale. Credo che la molla sia scattata dopo una sconfitta interna. Contro il Bologna se non ricordo male. Da quel momento in poi anche la fortuna ci aiutò, e ci ritrovammo davanti a tutti e con la consapevolezza di potercela giocare con tutti. Ogni volta che il pullman ci portava a giocare la partita cantavamo "Settembre" di Peppino Gagliardi, e Pesaola era il primo ad intonarla. Era il nostro rito scaramantico, e di certo ha funzionato alla perfezione, perchè vincevamo sempre".
La Fiorentina Ye-Ye quarant'anni dopo? "Prima, per un giovane, era molto più facile riuscire a mettersi in mostra. Non c'erano, fra l'altro, nemmeno troppi stranieri. Oggi la situazione è diversa, e anche nella Fiorentina di oggi, per un ragazzo, non è facile trovare troppo spazio. Invece i giovani andrebbero fatti giocare il più possibile, e ci vorrebbe maggiore coraggio magari inserendo in squadra due o tre elementi di maggiore esperienza.
Prandelli come Pesaola? "Potrebbe pure essere, di certo è un tecnico preparato. Devo però anche dire che non è un allenatore che fa giocare moltissimo i più giovani. Anche per il tipo di campionato che è quello italiano. Fra l'altro non sono così certo che sia disposto a ripartire dai giovani. Mi spiego meglio. Dopo quattro anni alla grande come quelli che ha passato sulla panchina viola, non so se abbia ancora voglia di ripartire da zero con un progetto fatto di giovani. Può darsi che accetti, ma anche che decida di intraprendere altre strade".