ONE SHOT, ONE KILL: PALLADINO, LA JUVE E LA MISSIONE DELL'AMMAZZAGRANDI
Non capita tutti i giorni di esordire su una panchina di Serie A a 38 anni, catapultato nel calcio dei grandi dal soffice e confortevole mondo della Primavera, e di battere pronti-via la Juventus alla prima uscita. Be’ a Raffaele Palladino è capitato proprio questo ed è forse in virtù di un impatto non certo banale col mondo dei professionisti che quella contro i bianconeri per l’allenatore viola non potrà mai essere una gara come le altre. Se poi ci si aggiunge il fatto che il tecnico è pure un ex enfant prodige del settore giovanile della Vecchia Signora (era uno dei pupilli di Gasperini, una stellina della generazione d’oro di quella baby Juve dove militavano anche Paro, Gasbarroni, Brighi e Sculli), è chiaro che l’appuntamento di domani all’Allianz Stadium assuma contorni ancor più avvincenti.
QUANTI SCALPI - Del resto, se Palladino si è creato con il tempo il soprannome di “ammazza grandi”, lo deve soprattutto a quella magica stagione (nel 2022/23) passata alla guida del Monza, la prima che lo vide fare i conti con il calcio dei grandi nel ruolo di allenatore: in quell’anno infatti, il tecnico riuscì non solo a battere la Juventus sia all’andata che al ritorno (già, perché poi i brianzoli il 29 gennaio dell’anno scorso sono riusciti a imporsi 2-0 anche all’Allianz Stadium) ma anche a ottenere gli scalpi di tante altre big del campionato italiano: dal Bologna (0-1) all’Inter (0-1) passando per la Fiorentina (3-2) e il Napoli (2-0). Una striscia di vittorie pesanti proseguita anche nell’annata successiva con l'affermazione sul Milan (4-2) e sublimata in questa stagione, alla guida dei viola, dai trionfi sulla Lazio, ancora i rossoneri e la Roma.
DOPPIO VALORE - Ecco perché la sfida di domani a Torino assume ancor più un peso specifico notevole sulle sorti sia dell’allenatore che della Fiorentina: da un lato il sogno di Palladino è quello di cogliere un altro successo contro una grande per avvalorare quello che è ormai diventato un soprannome ingombrante, dall’altro la squadra - forte dei recuperi dal 1’ di Gudmundsson e Dodo - conta di ottenere punti pesanti in uno scontro diretto e, per di più, in quella che è una gara che per Firenze vale tantissimo. Le scene di questo pomeriggio alla stazione di Santa Maria Novella ne sono una riprova fedele.